Utopie forti e piccoli cabotaggi

Credo sia un errore ragionare territorilamente, escludendo l'oltre Salorno e l'al di là del Brennero. Se guardiamo alla sola nostra provincia, l'aria verrà meno in fretta. Abbiamo bisogno di orizzonti più vasti e se sembra impossibile andarli a toccare, dobbiamo provarci. Il contesto storico, culturale, economico della cosidetta Euregio mi pare il solo quadro da disegnare. Una comunità di oltre 1 milione di cittadini messa in relazione da progetti che non siano le annuali celebrazioni imbandierate qui e là rappresenta una potenzialità di grande interesse e impatto, sotto molti punti di vista. Un nuova autonomia che, se realizzata, resta solo appannaggio di due provincie (che peraltro vanno separate) senza nessun vero punto di contatto reciproco e senza una visione oltre Brennero diventa una costruzione fragile, senza visione, senza vere sfide da affrontare. Mi pare che, come sempre, si lavori al ribasso, cercando di portare a casa quel poco che consentirà un piccolo cabotaggio. Abbiamo bisogno di un'utopia forte.

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Ex pubblicista, collaboratore Il Mattino dell'Alto Adige, Alto Adige, Corriere dell'Alto Adige. Autore radio e TV per Rai BZ e Rosengarten srl. Fondatore cooperativa Mairania 857 Merano. Direttore artistico festival AlpsKlang. Musicista.