Si è svolto stamane a Trento, nella sede della presidenza della Consulta per la riforma dello Statuto, l'incontro fra i vertici dei due organismi preposti a predisporre il documento finale della riforma per lo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige. Per la Consulta erano presenti il presidente Giandomenico Falcon e il vicepresidente Jens Woelk; per la Convenzione hanno partecipato il presidente Christian Tschurtschenthaler e le due vicepresidenti Edith Ploner e Laura Polonioli.
Dall'incontro, durato un'ora e mezza circa, sono emersi alcuni punti di convergenza. Due, soprattutto, gli ambiti che hanno visto la condivisione massima: la necessaria ridefinizione del ruolo della Regione e una significativa importanza del ruolo dei Comuni nella strategia politica delle due Province. “Non è nostro compito scrivere un terzo Statuto – ha detto il presidente Tschurtschenthaler -, dobbiamo aggiornare quello esistente, vale a dire quello del 1972, alle esigenze attuali e future. Questa mattina abbiamo parlato del preambolo, per il quale la base è il trattato di Parigi e l’accordo Degasperi-Gruber. Il tema della cooperazione transfrontaliera e dell’Euregio deve ricevere un riconoscimento nello Statuto. Abbiamo anche parlato dei nostri Comuni e della Regione. Siamo dell’opinione che la Regione com’è oggi deve essere ridefinita e, con la Consulta, ci dovremmo confrontare e collaborare alla sua definizione. Più autonomia abbiamo meglio è. Le competenze autonome possono infatti essere meglio gestite in loco, ma bisogna tenere d’occhio la loro qualità: devono cioè essere in grado di resistere alla Corte costituzionale“. Secondo Tschurtschenthaler, l’incontro di oggi é stato “un buono scambio: entrambe le parti sono consapevoli che bisogna trovare una via comune, anche di fronte a Roma”. Il presidente Falcon ha sottolineato la “comune aspirazione a concepire la Regione come una risorsa a disposizione delle due province” e, per quanto riguarda le competenze, “concordo con il presidente Tschurtschenthaler. Siamo dell’opinione che più competenze riusciamo a svolgere meglio lavoriamo per il nostro territorio. L’aspirazione all’autogoverno è in tutte le materie in cui non ci siano evidenti ragioni per il contrario. Le deleghe dovrebbero diventare competenze proprie e le competenze proprie (attuali) potrebbero espandersi in senso più ampio (per esempio sull’ambiente, scuola, cultura)”.
Anche la vicepresidente Polonioli, rispetto al preambolo, ha parlato di partecipazione al processo di integrazione europea e cooperazione transfrontaliera. “Per quanto riguarda i Comuni – ha detto – a Bolzano pensiamo di inserire nello Statuto il principio di sussidiarietà, adeguatezza e la necessaria corrispondenza delle competenze e risorse finanziarie. Ci sono punti di vista diversi all’interno dei nostri gruppi di lavoro, su come il tema debba essere inserito nel documento ma ampia convergenza sui principi. A Bolzano cercheremo di arrivare a fine del mandato della Convenzione, il 15 giugno, con un documento il più possibile condiviso”.
Per quanto riguarda le minoranze linguistiche e in particolare la minoranza ladina, la vicepresidente Edith Ploner ha parlato di “punti di raccordo con la Consulta per la riforma dello Statuto” e in particolare di una condivisione “con il vicepresidente Woelk anche in merito all’unità culturale e linguistica ladina”. Il vicepresidente Woelk, sostanzialmente d’accordo con Edith Ploner, ha anche aggiunto che “tale apertura dovrebbe includere anche le minoranze linguistiche mochena e cimbra. A questo proposito ricordo che sono in programma tre laboratori dedicati alle minoranze linguistiche che anticipano il laboratorio sull’Autonomia di inizio settembre”.
Dopo l’incontro con la stampa avvenuto nella sede del Consiglio delle Autonomie Locali di Trento, Tschurtschenthaler ha partecipato alla seduta della Consulta, per informare i componenti di quanto fatto fino a oggi dalla Convenzione dei 33 e delle proposte del Forum dei 100.