DOVEROSA PUNTUALIZZAZIONE STORICA

Prima di parlare di statuto di autonomia sarebbe utile discutere su alcuni punti e definizioni che secondo me sono ineludibili per iniziare un percorso condiviso. Di seguito il punto 3 di 5

3) Riferimenti storici

La notizia sarà sconvolgente ma all’alba del 21° secolo il resto d’Italia non somiglia all’Italia fascista degli anni 30 in Alto Adige, ed aggiungo che al regime fascista si sono opposti molti italiani molti di più di quelli che si sono limitati ad una, se pur dolorosa, opzione, e molti di loro sono anche morti per loro scelta.

Negli anni in cui i fascisti si preoccupavano di mercanteggiare la sorte dei Sudtirolesi con Hitler c’erano persone come Altiero Spinelli che, durante il confino come antifascista, gettava le basi per la futura Unione Europea.

L’Italia e gli italiani non sono quelli che sono stati dipinti colpevolmente dalla politica alla popolazione locale come degli impenitenti soffocatori degli aneliti di autodeterminazione culturale.

Spero quindi che tutti coloro che in futuro intendano partecipare alle discussioni del forum la smettano di sventolare, per meri calcoli politici,  ingiustificati riferimenti al fascismo con l’intenzione di identificare con esso la totalità della popolazione di lingua Italiana

Lo statuto riguarda il futuro, il passato è e sarà oggetto di studio per tutti coloro che hanno acquisito obbiettività ed equidistanza, evitando di tradurre e banalizzare un complesso fenomeno sociale dai risvolti tragici in uno sterile confronto tra tifoserie volto unicamente alla divisione ed all’esasperazione.

Propongo quindi che la popolazione di lingua italiana residente in Alto Adige venga da ora in avanti considerata parte integrante del futuro Alto Adige e quindi parte attiva dell’autodeterminazione, evitando impropri riferimenti storici.

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Commenti

Die Italiener im Land sollen sich an der Diskussion beteiligen: Dafür bin auch ich. Nur wenn alle mitreden, werden wir zu einem guten Ergebnis kommen. Trotzdem möchte ich daran erinnern, dass der Faschismus in Südtirol nicht im Jahre 1945 geendet hat. Das Mussolini-Relief am Gerichtsplatz wurde erst in den 1950er Jahren fertiggestellt. Mussolini reitet immer noch hoch zu Ross. Das Siegesdenkmal erst vor kurzem auf Hochglanz gebracht. Der Friedensplatz wurde von den Boznern erst vor wenigen Jahren abgelehnt. Sie wollten lieber den Siegesplatz behalten. Die Gleichberechtigung der deutschen Sprache wurde noch immer nicht umgesetzt, obwohl schon seit Jahrzehnten Gesetz. Es ist auch Aufgabe der Italiener sich an der Diskussion zu beteiligen; besonders was die von mir genannten Themen betrifft.
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D'accordo con De Simone. La convenzione si propone di verificare la possibilità di migliorare lo statuto ascoltando la voce dei cittadini che l'hanno fino ad oggi vissuto. Ciò significa analizzare quello che secondo ciascuno di noi potrebbe essere migliorato soprattutto per le future generazioni. Non significa mettersi a discutere ciascuno delle proprie fobie. C'è una malga, a San Genesio, dove sono andato una volta e non ci andrò mai più per motivi che non sto a spiegare, ma è un problema mio e non dei partecipanti alla convenzione o di altri cittadini. Il passato è passato, servono proposte.
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Caro Marco De Simone, fa parte della storia il fatto che molti italiani prima del 1945 si sono opposti fermamente al fascismo rischiando la vita o come minimo l'esilio, come è vero che non erano solo le minoranze nazionali e linguistiche come noi tirolesi o gli sloveni ad essere tartassati e maltrattati dai teppisti di Mussolini ex socialista! Ed è pure storia consolidata che molti tirolesi della Provincia di Bolzano si sono opposti al nazismo molto prima dell'arrivo delle truppe di Hitler, pagando altrettanto duramente a Dachau e altrove. Ma senza badare alla storia e alla vita vissuta gli "italiani" ed i "tedeschi" in Alto Adige hanno trovato il modo per non rivolgersi nemmeno la parola –per alcuni decenni dopo il 1945! – trincerandosi dietro la stolta affermazione, che gli italiani erano tutti "fascisti" e che all'inverso tutti i "tedeschi" erano filonazisti. Ho capito abbastanza presto – e ancora da giovane – che in quel caso non c'entrava tanto il il "fascismo" o il "nazismo", ma si trattava di uno strumento degli e degli altri, di una scusa ipocrita, per la mancata volontà reciproca di instaurare un dialogo onesto nell'interesse di tutti. La 2° Autonomia è nata purtroppo con quelle premesse e in quel clima di reciproca diffidenza e conflittualità viscerale. Nel frattempo le cose mi sembrano cambiate, anche se non ancora superate. Oggi forse abiamo l'opportunità storica di trovare una base ideale comune per dire cosa ci attendiamo dall'Autonomia in Alto Adige nell'interesse di tutti gli abitanti di questa terra. Poi, chiarite le premesse di fondo, i modi di discutere, il posto per gli spettri che ognuno deve affrontare in casa sua, il modo di comportarsi e le attese legittime di tutti quanti, possiamo passare anche ai detagli.
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